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"Akmé-Etna" un romanzo d'immagini che non propone soltanto scatti fotografici di un territorio unico e affascinante, ma avanza la pretesa di 'raccontarcelo' come si racconta un Universo, un Mito o come un Libro Sacro. L'autore propone i suoi scatti rivelandoci l'inesorabilità del tempo, la vertigine degli spazi dilatati, il trascorrere eterno delle stagioni, il principio naturale della rinascita da sé stessi, ma non fa di nessuna di queste istanze classiciste il principio ordinatore del suo percorso fotografico; egli sceglie invece di ordinare le foto 'per altitudine'. Ed ecco che nello scorrere l'opera si ha sensazione di una 'ascesi possibile', anabasi appunto, di un viaggio purificatore verso una possibile redenzione.
