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Il mondo vegetale partecipa in maniera determinante al mantenimento dell'equilibrio della Natura in genere e in particolare della vita dell'uomo, così come di tutto l'Universo. Gli incontri nel Bosco delle Emozioni che ci vengono proposti da Giancarlo Odini introducono una lettura interessante che dà valore e collega l'anima dell'uomo con quella della natura. La loro relazione fa scoprire la complessità, la bellezza e la collaborazione di una realtà nuova nella quale si esprime una sensibilità misteriosa ed al tempo stesso mistica. Un legame che permette a John Keats di apprezzare il mondo come «la valle del fare anima»: senza di essa tutto sarebbe morto, da sfruttare, niente ci insegnerebbe. In particolare l'anima dell'uomo e quella del bosco si parlano, si capiscono, scoprono il senso del vivere. Si riesce persino a riconoscere il bosco come immagine materna che custodisce, cura ed alimenta. Per approfondire questo valore, si introduce Chloe, (epiteto della Dea Demetra), che desidera apprezzare Il Bosco delle Emozioni; nella sua semplicità, nella sua umiltà, pur essendo dea, si presenta incuriosita dalla natura. In questo mondo così complesso, l'anima sovrasta ogni cosa, si manifesta anche nei miti, nelle fiabe, nei riti, nei racconti: ogni fatto, ogni avvenimento raccontato guadagna una esperienza, un insegnamento, completa il bisogno di relazione. Nella natura si esaltano immaginazioni che favoriscono una completezza ed una armonia del vivere. Dice J. Hillman che «Un grido percorre la tarda antichità: "Pan, il grande, è morto!" come narra Plutarco nel Tramonto degli oracoli a significare che la natura è stata privata della sua voce creativa». Ma il Bosco delle Emozioni esiste proprio per sperimentare il contrario. La nostra anima e quella del Bosco si incontrano, collaborano e si riconoscono nel reciproco rispetto. Ciò che viene narrato fa esplodere la vita che incanta, che stimola la fantasia e permette di costruire una relazione significativa.