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Il centenario della traslazione del Milite Ignoto all'Altare della Patria offre l'occasione per ripercorrere l'itinerario pubblico memorialistico che, nel primo dopoguerra, lasciò in tutti i comuni d'Italia una fitta rete di monumenti e parchi/viali della Rimembranza. Egli rappresentava tutte le vittime, soldati e congiunti, oltre ai sacrifici che la Grande Guerra impose alla popolazione. Ogni più piccolo centro abitato volle il proprio memoriale, non solo per onorare i caduti, ma anche per trarre consolazione dall'esercizio concreto della memoria e sostegno nell'elaborazione del lutto. Il coinvolgimento popolare nelle cerimonie inaugurali e commemorative fu enorme, in conseguenza dei lutti lasciati in troppe famiglie italiane, private dalla guerra di quasi 700.000 congiunti. Gli esiti della ricerca archivistica hanno consentito di ricostruire le dolorose comunicazioni delle perdite alle famiglie, segnate dalle tristi condizioni di orfani e vedove. Dopo l'analisi del contesto nazionale e provinciale mantovano, l'autrice si addentra nel vissuto quotidiano del mito dei caduti nel comune di Roncoferraro. Non una scelta casuale, ma in virtù di una significativa concentrazione di memoriali: otto delle nove frazioni realizzarono, con sacrifici, ciascuna un monumento e un parco/viale della Rimembranza. Oggi rimane sul territorio nazionale un ricco patrimonio storico, artistico e architettonico, che merita attenzione nella conservazione, valorizzazione e promozione non solo come documentazione della storia del paesaggio urbano, ma anche come portatore di valori civili.