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Bruno Vidoni si è assicurato un posto di rilievo nella storia della fotografia italiana della seconda metà del Novecento con alcune "sperimentazioni fotografiche concettuali" realizzate nei primi anni settanta, quando puntò il dito contro i fotoreportage di guerra, accusati di non documentare nulla ma di agire solo a livello simbolico per un uso esclusivalemente mediatico. La notorietà dei suoi falsi reportage bellici ha però finito per nuocere alla vasta e variegata attività dell'artista centese, che alla fotografia affiancava da sempre le produzioni pittoriche, grafiche, incisorie, dove scopriamo visioni oniriche e surreali, tentazioni iperrealiste, materiche e pop, riletture del Guercino, dell'arte sacra bizantina e greco-ortodossa, della pittura di Braque, adesioni alla pittura narrativa, alla poesia disegnata e dipinta. Il catalogo mette in evidenza, anche attraverso dipinti e opere di cui non si aveva memoria, la vena surrealista di Vidoni e la sua personale poetica dei Big Eyes: l'ipertrofismo oculare si materializza su nudi femminili, icone votive, richiami metafisici. Un catalogo colorato per la riscoperta completa di un artista complesso e geniale.