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Partendo dalle osservazioni "casuali" della ricorrenza di fisionomie simili in certi particolari quartieri di Napoli, sorge nell'autore la curiosità di verificare se questo ricorrere abbia relazioni causali con le caratteristiche sociali ed economiche dell'ambiente. Ripercorrendo con obiettività e scetticismo l'analisi dei tratti somatici che fu condotta nel passato dagli studi d'impostazione simile (soprattutto Cesare Lombroso, ma anche Lavater e Le Brun), l'autore - con una ricerca che fa della città di Napoli un vero laboratorio a cielo aperto - giunge a una conclusione sorprendente. Tutta una serie di circostanze hanno prodotto saltuari rapporti causa-effetto e hanno, in quattrocento anni, trasformato la città in un crogiuolo di microcosmi socio-economico-culturali chiusi e isolati nei vari quartieri, al punto da sembrare civiltà fra loro lontane. Esiste una correlazione tra caratteri somatici e ambiente, ma la spiegazione affonda le radici nell'ecologia storica e nell'etologia umana, e non solo nella nuda biologia degli individui.