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Un canzoniere d'amore, questo di Marco Pavoni, con profonde aperture alla "vita", alle suggestioni che nascono dai mille quotidiani incontri e scontri. Il poeta sorprende subito il lettore con un incipit folgorante: «Nella notte che annuncia la memoria / d'attimi dove la vita dimora...» Proprio la capacità di scorgere e poi di cogliere l'attimo, consente al poeta di dilatarlo, di percepirne la più intima valenza. La mente non si presta a sterili alchimie, riconosce «l'intero in un briciolo d'anima», e se l'anonima interlocutrice, il "tu" che da particolare si fa universale, tende a fuggire e a negarsi, ecco che i versi si caricano di un lieve senso di malinconia, mentre una sera senza colore parla di abbracci lontani. È un gioco continuo tra presente e passato, con un lessico da cui traspare a tratti il senso del tempo che fugge, tra momenti di noia e la sensazione di essere in un cono d'ombra, in attesa che rifulga la luce di una presenza.