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Delicata e al tempo stesso appassionata, questa silloge di Alessandra Nepa. Si tratta di un testo organico, nella coerenza con la quale affronta il valore essenziale del tema di fondo, l'amore in senso lato. L'Autrice non si esaurisce in mollezze sentimentali e stabilisce anche un rigoroso confine nel quale non trovano spazio sperimentalismi e formalismi. Facile, in un canzoniere d'amore, cadere nel già detto, nell'usurato, nell'ovvio. Pericolo evitato. La leggerezza delle immagini e il soffio di malinconia che pervade i versi consentono alla poetessa di offrirci la traccia di un'esperienza di vita lieve e allo stesso tempo forte, capace di slanci e di ripiegamenti. Ecco allora il disegno di "fazzoletti di gabbiani" che giocano nel vento, il tentativo di "respirare il vento dei ricordi"; ecco ancora la malinconica visione di una rosa che sfiorisce, la calda immagine di mani che si uniscono e che consentono di sentirsi al sicuro. Non si tratta però di un ripiegamento sterile e privo di nerbo.