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"Anima vagabonda" è un libro originale, perché comprende nella prima parte una sorta di autobiografia culturale dell'autore (i "maestri" che lo hanno avviato verso il mondo della letteratura; le origini di questa "vocazione"; gli incontri con gli intellettuali e gli itinerari che lo hanno formato) e nella seconda parte una silloge di poesie che proseguono il lungo lavoro poetico di Daniele Giancane, che ha avuto inizio nel lontano 1969. Dopo varie "fasi" - da quella "gridata" dei primi degli anni Settanta alla ricerca sulla rivisitazione della poesia popolare degli anni Ottanta; dalla dimensione metafisica degli anni Novanta a un rapito lirismo del primo decennio del nuovo secolo - ora Giancane approda a una poesia di distensione e di fondamentale dialogo col lettore, in cui viene recuperato il nucleo dell'avventura umana, la dimensione dell'inquieto viaggio che tutti ci accomuna.