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Un padre perduto, un luogo lontano, un dolore costante. Nei viaggi che la portano nell'Egitto che lui le ha preferito, Virginia scopre che il lutto si elabora anche a distanza di quarant'anni e che, paradossalmente, ciò apre la strada a una combinazione di eventi inimmaginabili. La rabbia e il rancore svaniscono, per lasciare il posto a emozioni più dolci: la meraviglia per la bellezza di luoghi e persone, la curiosità e il desiderio di sentirsi, come lui, a casa anche laggiù. "Sono mosto che ribolle. Sento il richiamo. È ora di ripartire. Questo è mal d'Africa! Ora so di soffrirne anch'io".