Tab Article
Una finestra, una stanza disabitata, una strada, gli occhi assorti e visionari di una bambina: sono i protagonisti di questo racconto su un tempo e un luogo scomparsi. Ricostruiti dalla tenacia del ricordo, costringono la memoria, labile e a volte infedele, ad operare un processo di trasmutazione in cui l'amore per quel piccolo universo si annoda ad un'ostinata, ossessiva "ricerca del tempo perduto". Ecco allora che, dal vuoto dell'oblio, riemerge e viene riscattato un microcosmo dove ogni accadimento, ogni data fatidica, ogni evento comune o straordinario si traveste, riconquistando e riassumendo su di sé le forme splendenti, maliarde, imperiture del mito. L'avvicendarsi delle quattro stagioni, da estate a estate, è lo spazio temporale circoscritto e concluso in cui la realtà fa scorrere davanti alla finestra-schermo e, di conseguenza, davanti allo sguardo avido della bimba, persone e paesaggi che descrivono un mondo e insieme alimentano e arricchiscono, con fertile humus, il bagaglio minuscolo di quelle prime esperienze infantili.