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Sembra che l'autore voglia invitare il lettore al suo gioco, grazie a un linguaggio insolito, spesso inattuale. Ne deriva un curioso spiazzamento, ostacolo continuo all'immedesimazione. I registri di tono e di lingua sono molteplici, c'è un linguaggio formale, articolato, con punte di arcaismo, che produce uno straniante effetto umoristico, e che è la cifra di tutto il libro. Straniante perché consente al lettore un punto di vista privilegiato, con il rifiuto, anzi l'impossibilità, di essere davvero partecipe della storia. Prevale una sorta di stupita curiosità intellettuale... E ciò garantisce la libertà del lettore. Un libro insolito, dunque, in cui il lettore non è accarezzato ma provocato. La sfida è aperta. Fino all'ultima pagina. In fondo, il protagonista dell'ultimo racconto non si chiama forse "Unico"?