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La storia dei giovani Antonio e Ulisse in ascesa al Monte Amaro mescola tratti romanzeschi e fiabeschi a toni di tensione epica e fine lirismo, il tutto sostenuto da un profondo gusto per la narrazione che si traduce in una corrispondente gioia della lettura. È una storia di viaggio, d'avventura, di prove da superare. Ma il senso di questo viaggio, più che storico, è antropologico e simbolico. La coppia di amici impegnati nell'escursione rappresenta il singolo uomo che conquista la pienezza di un'identità all'interno di un ordine che è umano, e, insieme, cosmico (piante, animali, uomini) e divino, da ricostruire da uno stato di caos e imperfezione. L'esplorazione, infatti, è caratterizzata da difficoltà e da ostacoli; la montagna è uno spazio irto di pericoli, è un'immagine simbolica "viva" perché incarna il concetto del labirintico, del difficile, del tortuoso, è l'immediata raffigurazione del non immediato, del non dritto, delle situazioni problematiche e difficili da risolvere.