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Le poesie di Francesco Baldassi sono d'arrendevole grazia e tuttavia potenti, fino a sembrare tragiche. Ma "l'illimite follia della Passione" dà senso ad ogni cosa, al dolore e al disfacimento, perfettamente scrutati e consumati, cui si aggiungono, con oscillazioni all'indietro e in avanti, uno spaesamento, una stanchezza "... della carne / indurita nella terra del patire". Ed è il senso religioso che dà senso alle cose, il Mistero tra i misteri del totalmente Altro che pervade le esistenze creaturali, patria ed esilio che Dio ha voluto condividere nella pazzia della croce. Poesie mature, colte e insieme colloquiali, coniugate con la sapienza di una vena che pare elegantemente narrativa e che si traduce in versi risoluti, capaci di portare gli oggetti del cielo sulla terra e viceversa, in uno scambio vitale e necessario al vivere. Su tutto, svetta una sorprendente capacità di "far vedere" l'intimità dell'essere che ricerca e non si stanca e, alla fine, trova una tenera carezza.