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Delicato romanzo della memoria, dove il mondo, visto dagli occhi di un bambino, si concentra volta a volta in una veste femminile, in un castello dirupato, in un momento di tristezza, sino all'ultima immagine, dolorosa e incompiuta, vera e propria cesura tra il mondo ingenuo dei giochi infantili e la tragica e sempre troppo repentina epifania della coscienza adulta. I brandelli di ricordi si dilatano, acquistando forza e pregnanza simbolica: ed ecco la gita al mare, al mare di un tempo, libera spiaggia punteggiata di ombrelloni variopinti e esclusivo privilegio domenicale, popolata di donne prosperose, che all'ora di pranzo si tramuta in una grande tavolata ricolma di piatti che già da soli un tempo sapevano "di festa".