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In una qualsiasi provincia del Nordest, butterata dal cemento e ingentilita dalla cartellonistica stradale, si incontrano, si sfiorano o si evitano accuratamente uomini e donne tragicamente normali. O comicamente anormali. Il territorio sfigurato è lo specchio di quello che sono diventati o stanno diventando. Eppure proseguono incessantemente verso una meta che non conoscono nemmeno loro. Personaggi affaccendati e trafelati, stanchi ma veloci, percepiscono in modo vago e discontinuo la metamorfosi locale e personale, ma la subiscono passivamente. E a chiunque chieda loro "Sei felice?", questi rispondono entusiasti "Sono felice". Un tragicomico spaccato antropologico ambientato in una delle aree geografiche italiane che ha subito maggiori cambiamenti nell'arco dell'ultimo decennio. Una realtà rappresentata dai media spesso in forma superficiale e stereotipata, che si rivela essere molto più di una semplice "locomotiva d'Italia", e che va ben oltre le imprese e la politica.