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Alla corte di Carlomagno, re illuminato di un regno senza fede, arriva la carovana di Isaac l'Ebreo, giunto da Bagdad con i doni del Califfo Harun al-Rashid, tra cui una vecchia e brutta teiera, che rimane abbandonata per tredici secoli... per ricomparire nella Colonia dei giorni nostri, alla tavola di Dörte e Manfred. Quando la ragazza scopre la presenza del dispotico Abdullah Abba Al Scak Homat nella teiera, impone al coinquilino gay di sbarazzarsene. Il nuovo genio non è infatti il dolce efebo, schiavo d'amore, che avevamo conosciuto in Genio per amore, quanto piuttosto un uomo rude, dalla libido incontrollabile. Manfred è così costretto a traslocare col nuovo amico, con cui inizierà una vera e propria discesa agli inferi della società. Dörte, intanto, conosce meglio il timido spazzino Götz, che si innamora di lei con grande disappunto dell'insofferente madre cattolica ortodossa...