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L'invenzione del concetto di realitas obiectiva è da sempre associata al nome di René Descartes. Integrando questa nozione nella prima prova dell'esistenza di Dio elaborata nelle sue Meditationes de prima philosophia, Descartes avrebbe sancito, secondo un'opinione assai diffusa, l'irruzione del vocabolario della realitas nel quadro della metafisica moderna. Così inteso, nella prospettiva dell'interpretazione ordinaria, il gesto cartesiano sarebbe dunque inaugurale. Per quanto affascinante, questa lettura non appare tuttavia sufficientemente fondata. Quando Descartes si serve per la prima volta della nozione di realitas obiectiva, quest'ultima poteva già vantare una storia plurisecolare - una storia che, pur caratterizzata da importanti mediazioni, riconduce a Duns Scoto e ai principali rappresentanti del cosiddetto scotismo formalista. L'indagine qui condotta intende dar conto di questa storia ancora non adeguatamente indagata. Attraverso una disamina del vocabolario scotista, il volume si propone di riscostruire una genealogia della nozione di realitas obiectiva che permetta di individuare, prima e a prescindere da Descartes, il contesto teorico entro il quale essa è stata effettivamente elaborata.