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Nei Campi Flegrei il mito vitale di paesaggi archeologici da conservare e valorizzare si scontra con diffusi processi di marginalizzazione e omologazione, abbandoni e interruzioni. La reinvenzione di nuovi sistemi relazionali è il primo obiettivo di una sperimentazione sulle forme di un progetto contemporaneo che ha sofferto negli ultimi anni di una eccessiva divaricazione tra i temi della conservazione dell'antico e quelli della produzione architettonica ex novo. In questo contesto geografico, in cui il paesaggio si intreccia con la discontinuità dei frammenti archeologici e delle trame urbane, la riconnessione del patrimonio naturale, paesaggistico, archeologico, culturale e termale riformula il ruolo dell'archeologia quale elemento di infrastruttura del territorio, in grado di tenere insieme strati e siti oggi diversamente configurati. Su questa base si è sviluppata un'indagine critica su materiali che hanno acquisito senso dentro paesaggi eterogenei: Cuma, Pozzuoli e poi, dentro Pozzuoli, il Rione Terra e con esso il suo complicato entroterra urbano.