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La domanda sull'uomo è stata esposta, nella modernità, a riduzioni e astrazioni, agli effetti dell'antropologia, della biologia, della psichiatria. Dopo Kant la "duplicazione empirico-critica" smarrisce la irriducibilità dei poli della congiunzione. È necessario uno "sradicamento" dall'uso attuale delle scienze e dei saperi dell'informazione e della comunicazione, uso che tenta di livellare ogni dimensione reale e ogni pratica disgiuntiva del pensare. Interrogarsi sul dato, su ciò che è, su ciò che è percepito e conosciuto, significa produrre, nel pensiero, il limite e l'alterità. Pensare è aprire il movimento e l'attesa. Oltre il cognitivo, oltre il flusso impositivo dell'accadere, il pensiero, incisione nel presente, è la scelta attiva dell'etica.