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Siamo abituati a pensare a Verga come al teorico dell'"impersonalità" e ai Malavoglia come al risultato dell'applicazione di un metodo di raccontare neutro e oggettivo, tipicamente ottocentesco. Se considerate però da vicino, queste immagini di Verga e del suo romanzo risultano inadeguate e rischiano anzi di portare fuori strada: più che l'idea fotografica di una narrazione oggettiva, "I Malavoglia" ricordano un quadro impressionista, dove ciò che conta non è solo la rappresentazione di una scena o di un oggetto, ma la resa dei punti di vista da cui li si osserva. È lo stesso Verga a suggerire questo paragone, usando in alcune lettere la metafora del romanzo come quadro dipinto coi colori adatti: tali cioè da mostrare i punti di vista di chi è immerso nella scena rappresentata.