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Szczygie? affresca storie vere dal sapore onirico. In ogni sua opera il reportage diventa una riflessione sull'esistenza senza mai perdere la presa sul reale. "Quello che non c'è" è un percorso tra narrazioni, suggestioni e riflessioni attorno al tema della mancanza, dell'assenza, della perdita. Ma anche attorno alla memoria, e alla consapevolezza del tempo inesorabile. Ciò che non c'è non è necessariamente qualcosa che è andato perduto o è sparito per sempre: "Ogni cosa deve avere una sua forma e un suo ritmo. Soprattutto l'assenza" è la lezione di Hanna Krall che echeggia in ognuna di queste pagine. Quindici storie che ritraggono situazioni e personaggi appartenenti a mondi e tempi distanti tra loro: si va da un artista albanese a un negozio di rigattiere a Budapest, da una poetessa ceca a un soldato ucraino, fino al padre dell'autore stesso, con cui Mariusz Szczygie? intraprende un viaggio che forse sarà l'ultimo. Diciassette occasioni per osservare quel che accade quando qualcosa non c'è, quando qualcuno non c'è, quando il passato non c'è più o la memoria si perde. Quando non esistono tulipani blu. Quando non c'è amore o non si trovano le forchette da formaggio. Quando non c'è nessuna finzione, come nella poesia e nell'arte del reportage di cui questo autore si conferma maestro.