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Madri, albero di fuoco, sandali di legno, cucina, grattare il vento, rondine, giada, dire addio, baciare, autunno, silenzio: con la leggerezza e l'attenzione di una calligrafa, Kim Thúy costruisce il racconto delle tre vite di una donna come un incantevole dizionario di oggetti, stati d'animo, esperienze, ricordi. In un'ipnotica oscillazione temporale tra passato e presente, percorriamo l'infanzia di Mãn in Vietnam, con le sue meraviglie, le sue durezze e l'amore delle tre madri che, l'una dopo l'altra, l'hanno partorita, raccolta in un orto come una piantina e allevata; la storia della sua vita in Canada e del matrimonio con un ristoratore vietnamita, un rapporto liscio e piatto come uno "spazio fra due flutti", in cui la passione per la cucina e la cura minuziosa delle ricette diventano una lingua alternativa per esprimere sentimenti sopiti e nostalgie. E l'irruzione all'orizzonte di una terza vita possibile, l'incontro con un uomo che sembra un appuntamento col destino, in cui si può guadagnare tanto, e altrettanto perdere.