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Colin, un quarantenne divorziato, riceve una mattina la notizia che il figlio Clément di dodici anni è morto sotto le rotaie del metrò. Che cosa succede dopo una tragedia cosi assoluta e irreversibile? Tutte le parole dette al figlio per rimproverarlo, educarlo, indirizzarlo, tornano in gola come se fossero sempre state sbagliate. E, in un percorso accidentato e insieme implacabile del pensiero e delle emozioni, Colin esplora il passato e ciò che rimane tra incertezze, straniamenti e tentativi, come se la parola giusta non esistesse più. Dove trovare altre parole, meno crudeli, meno malate? Esistono ancora parole risanatrici? Colin vaga alla loro ricerca, finché una traccia casuale lo porta in Africa, in un'improbabile clinica dello spirito. Ma forse la salvezza l'aveva già trovata, forse si trattava solo di tornare.