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Néstor A. Fabris viene invitato alle nozze del figlio del suo primo amore e decide di partire per Buenos Aires, città in cui è cresciuto e che ha lasciato trent'anni prima per sfuggire alla dittatura. Al suo ritorno però tutto sembra immutato, nelle librerie si vendono gli stessi testi che comprava da studente, i camerieri nei bar sono quelli della sua giovinezza, perfino un'amica di cui aveva perso ogni traccia gli appare ragazza con il sorriso dei suoi vent'anni. Cercando di tornare all'albergo, Fabris si perde in un labirinto di specchi e fantasmi, in cui tutto è troppo simile a ciò che era. A bordo di un autobus senza meta e senza fermate, raggiunge una landa abbandonata, dove tutti sembrano bloccati nella reiterazione di un unico gesto, un luogo immaginario che sta alle spalle dell'Argentina di oggi e dove giustizia non è stata fatta. Un viaggio nell'inferno dei desaparecidos e dei loro persecutori, un sorprendente libro politico e onirico.