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L'autore, da bambino, fu affascinato dalla figura di "zi Turiddu": un vecchio prozio che aveva lasciato i suoi anni migliori (più di trenta) nelle regie galere con la catena al piede. Poi per decenni il pronipote ha sentito gli anziani ripetere quella storia incredibile, quel fatto di cronaca di fine Ottocento. Morreale recentemente ha deciso di interrogare nuove fonti, anche quelle ufficiali negli archivi di Stato coperti da un secolo di polvere. È stata evocata una vicenda lontana: da un grave delitto alla condanna a vita di un innocente. Con tutto il suo carico materiale e spirituale, è emersa una storia dolente ed enigmatica, insieme attuale ed ancestrale; rivissuta con affetto e trasformata dalla fantasia.