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Al confine tra i più diversi ambiti del sapere e le più inquietanti emergenze dell'attualità, "Caosmosi" ci conduce al punto di contatto tra l'infinita apertura di possibilità - mentali, psichiche, estetiche, sociali - e la chiusura completa, totalitaria, cioè la prospettiva in cui i percorsi dell'esperienza sono in qualche modo preformati dai soggetti comunicativi di potere. Fin dalla metà degli anni Ottanta, in polemica con l'imperante trionfalismo postmodernista, Guattari aveva iniziato a parlare di uno sbriciolamento del dominio mediatico e di una proliferazione di agenti collettivi di enunciazione. Ecco, l'attualità politica in questo libro sta anche qui: nell'aver immaginato un momento di esplosione del dominio mediatico oltre il quale il processo di enunciazione si espande incontrollabile, rovesciandosi in caosmosi.