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È di scena, tra realismo e paradosso, una middle class britannica colta in riti quotidiani che si aggrovigliano con esiti imprevisti. Così in "Confusioni", un tè in campagna si dissolve nel diluvio e una passeggiata nel parco svela ermetiche solitudini. Dietro al ritratto comico dell'ordinario, esplodono conflitti latenti: nevrosi, incomunicabilità, tradimenti. Anche in "Camere da letto" la vicenda gioca sulla progressiva messa a nudo della precarietà dell'istituzione del matrimonio con un riflettore che, spostandosi di stanza in stanza, scopre nella normalità, un malessere di fondo. Lo scavo nelle complesse dinamiche dei rapporti familiari porta alla luce nodi irrisolti ed equilibri precari, all'interno di un generale disagio originato da una sessualità irrisolta e da riti privi di senso. Tenendo abilmente le fila delle diverse trame che si intersecano, Ayckbourn piega la scena alle sue esigenze espressive, sperimentando tecniche che hanno fatto di lui un classico del teatro inglese del Ventesimo secolo.