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Coniato negli anni Ottanta da Umberto Eco e Francesco Casetti, il termine "neotelevisione" si riferiva a una sorta di patto d'acciaio stipulato tra lo spettatore e le televisioni private, che miravano alla "fidelizzazione" del teleutente tramite la subdola insinuazione nella vita quotidiana delle famiglie italiane. Ma "neotelevisione" coincide anche con tutte le sperimentazioni artistiche sorte negli ultimi decenni del secolo scorso. Un ulteriore aspetto del fenomeno neotelevisivo è poi quello collegato alle nuove tecnologie e al versante che cerca di coniugare nuove e complesse tecnologie informatiche, multimediali, ipertestuali al linguaggio televisivo.