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Una parola che non esiste - paesitudine, appunto - si fonde a una pittura inesistente perché fatta di vento e tempesta, di ricordo e di nostalgia. Il lavoro di Simone Sanna, le sue cartoline della nostra Spoon River, realizzate nel tempo della clausura, nell'epoca dell'isolamento e della contumacia, ci raccontano la caccia al nostos, alla forma ultima della nostalgia, del rimpianto. Ci sono nei suoi disegni occhi e sguardi, inquietudini, opalescenze, parole in bilico sulle labbra, trattenute sulla punta della lingua quasi a dire, nella bonarietà del rimprovero: «avevate una schiera di angeli e non ve ne siete neanche accorti».