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Ordine e disordine rappresentano una diade concettuale che si focalizza sull'incrocio dei temi e delle competenze in quanto non prevede contorni rigidi e finisce per plasmare la società nel suo complesso. La categoria mentale e operativa di riferimento è il bonapartismo, inteso come tentativo di un individuo di concentrare su di sé la direzione della nazione, fidando nelle proprie capacità straordinarie e accentuando il potere esecutivo a danno di quello legislativo. Dopo il passaggio della sovranità dal re alla nazione nella fase della repubblica, questa stessa sovranità si trasferisce in un capo militare carismatico, divenuto tale grazie alle guerre rivoluzionarie. Il nuovo quadro politico è ostacolato non solo da realisti o giacobini, ma anche da mondi riportabili ad un'opposizione indifferenziata di coscritti, ribelli o disertori, vagabondi e mendicanti, refrattari alle nuove leggi, contadini che diventano facilmente briganti. Contro di essi leggi, codici, interventi polizieschi non riescono tuttavia ad estirpare resistenze che trasmettono alla fase post-napoleonica nuove modalità di concepire il cambiamento, in tutte le sue accezioni.