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"La prigione è un brutto posto. Davvero. La maggior parte di noi, per fortuna, non ci ha mai messo piede; ma basta una visita occasionale per rendersi subito conto che molte situazioni sono profondamente diverse da quanto avviene fuori. L'aspetto più evidente è il fattore tempo: nella vita normale il tempo ci sfugge continuamente di mano, abbiamo perennemente la sensazione di essere in ritardo, di non riuscire a star dietro a tutti i nostri impegni, sempre incalzati da orari e scadenze. Dentro, invece, le lancette dell'orologio hanno un corso di una lentezza sorprendente, esasperante. Le conversazioni, i dialoghi, i monologhi, gli scritti e le riflessioni di questo libro sono prima di tutto il frutto di questo tempo che sembra scorrere al contrario, dove conta quasi di più riavvolgere il filo del passato che srotolare quello del futuro. E, comunque, è molto raro che, fuori, ci si possa permettere di trascorre tre o quattro ore intere e filate guardando la riproduzione di una sola opera d'arte proiettata alla bell'e meglio su un muro non proprio immacolato, come invece avviene nelle riunioni del Gruppo della Trasgressione. Appunto. Guardare un'opera d'arte..."