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Erika Härtl nasce a Praga nel 1937 da una famiglia di etnia tedesca. Vive sola con la madre nell'appartamento al n° 15 della Caslvaska Ulice, che viene espropriato in seguito all'insurezione del maggio 1945. Separata dalla madre, viene internata in un Lager e poi custodita da parenti cechi fino a marzo 1946. Finalmente ricongiunta alla madre, viene deportata nell'aprile 1946 nella Germania Occidentale distrutta dalla guerra. Questo libro racconta il dramma dei tedeschi boemi, strappati alla loro terra e deportati per il solo fatto di avere origini germaniche. Un'altra vicenda di minoranze perseguitate, di pulizia etnica, in un'Europa che solo a prezzo di garndi tragedie ha costruito, in questo difficile dopoguerra, la sua unità.