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La voce poetica di Francesco Ventura si esprime per brevi epigrammi, spesso contraddistinti dal fulmen in clausula, alla maniera dell'antica poesia alessandrina. E come nella poesia dell'Antologia Palatina, i suoi versi hanno una forte vena erotica, esplorata in tutte le sue declinazioni, senza censure o ipocrisie. Ma accanto al sesso compaiono i temi drammatici, la morte, la noia dell'esistenza, le inquietudini della contemporaneità. Una vasta materia che Ventura domina con un sorriso fra l'ironico e il tragico, e una consapevolezza beffarda dell'assurdo esistenziale.