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Questa guida è il frutto del soggiorno a Roma del giovane ingegnere americano William M. Gillespie nel biennio 1843-1844. Il testo, prediletto da un gran numero di turisti americani d'epoca, fu apprezzato anche da E. A. Poe che ne lodò la vivace originalità, «rarissima dote nel novero delle descrizioni della Città eterna». Oggi costituisce un'occasione affascinante di viaggiare nel tempo, alla ricerca di una città inesorabilmente perduta della quale vengono descritti, oltre i monumenti, quei riti, usi e costumi che solevano incantare i forestieri di tutto il mondo. E per i suoi abitanti non c'è tributo migliore della battuta conclusiva del libro, dove l'autore afferma solennemente che, se non fosse stato americano, avrebbe voluto essere romano.