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Il testo, di fonte anonima, ha per argomento fatti realmente accaduti a Napoli nel 1577 nel convento di Sant'Arcangelo a Bajano nel quartiere Forcella. Lo scritto è una testimonianza, redatta con piccanti particolari, della vita nel convento dove giovani donne della nobiltà napoletana erano costrette a prendere i voti. Infatti all'epoca le famiglie aristocratiche, per salvaguardare i loro patrimoni, ricorrevano spesso alla monacazione forzata delle proprie figlie. L'insofferenza delle giovani obbligate a rinunciare ai legami con il mondo, trasformò la vita dietro le mura del convento in un intreccio di intrighi, libertà sessuali e fatti di sangue sui quali si abbatté pesantemente la scure dell'Inquisizione. Il documento è arricchito da una breve introduzione di Stendhal redatta nel 1829.