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C'è uno stadio decisamente superiore all'indignazione e alla rabbia: l'incredulità. Lo stupore che precede ogni meraviglia ed ogni sgomento. Il regresso antropologico dei nostri tempi vilipesi dall'inconsapevole voracità dell'imbarbarimento mortificante si scaglia con lancinante voluttà contro la grazia. La meraviglia del prima è molto meno ovvia rispetto allo sgomento del dopo. Rosa e Rosario. Moglie e marito da venticinque anni. Si regalano la Patagonia. Il loro sogno d'amore. Molto s'è stravolto. L'epilogo sarà drammatico ma, paradossalmente, non incomprensibile. Patagonìa intende interrogarsi sulla crescente incomunicabilità tra esseri umani; sull'aridità dominante che dilania silenzionsamente, senza i clamori dei giornali, il megafono delle televisioni, figlie e madri accomunate da un destino di coatto asservimento a padri e mariti violentemente superficiali.