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Ennio Flaiano, che scriveva per non essere "incluso", pensava e faceva tutto da "abruzzese", come scrisse in una lettera un anno prima della sua scomparsa: "che cosa ho conservato di abruzzese, debbo dire, ahimè, tutto..." È stato definito a Pescara dal Maestro Camilleri come uno dei più grandi scrittori "postumi" del novecento. La viva intelligenza dell'opera del "satiro", oggi riconosciuta a tutti i livelli, merita di essere conosciuta ed approfondita, dai giovani e dai meno giovani, per gli attualissimi insegnamenti che è in grado di trasmettere. In occasione del centenario dalla nascita, la vita e le opere scelte di Flaiano sono state oggetto di un recente corposo volume, curato da Anna Longoni, per conto della Fondazione Luisa Flaiano, letterariamente animata da Diana Ruesh, responsabile del Fondo Flaiano presso la Biblioteca Cantonale di Lugano, dove sono conservati tutti gli scritti dell'autore.