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La poesia di Rinaldo Vaira rappresenta una voce caratteristica della cultura contadina legata alla terra delle Langhe, che vantano una prestigiosa tradizione letteraria lungo tutto il Novecento, a principiare da Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Davide Lajolo, per giungere fino a Giovanni Arpino, nota come Linea delle Langhe, e caratterizzata dall'amore per le colline, d'estate baciate dal sole e nell'inverno galleggianti come isole su un mare di nebbia, la fatica e il sudore per il lavoro nelle vigne, il culto del buon vino, l'attrazione per la donna, il fastidio per la città metropolitana, la solitudine, il dialogo con sé stessi, e un'irrisolvibile e romantica attrazione verso il "vizio assurdo", cioè per il fascino misterioso della morte anticipata come atto volontario rivolto contro sé stesso.