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"Siamo liberi", sono le ultime due parole di questo diario autentico, che testimonia, con distacco e grande umanità, i fatti vissuti in prigionia, prima nei campi di Fossoli e Bolzano, poi dei dieci lunghi mesi in quello di concentramento di Mauthausen, fino alla liberazione: la fame, le botte, la morte sempre presente, i forni crematori, ma anche tanta umanità, la speranza e le continue preoccupazioni per i compagni di sventura e la famiglia lontana.