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Jessica Bellanota, cinquantenne, ancora di bella e avvenente presenza, che sua cognata Florence, di origini francesi, accusa di essere una grimpeuse, un'ostinata e caparbia arrampicatrice sociale, vive un'esistenza per molti versi tormentata. Lei, però, con artifizi e raggiri riesce sempre, con l'auto-inganno, a riequilibrarsi psicologicamente. Tante false verità e tanti finti entusiasmi le fanno apparire, infatti, la sua vita se non piena e felice, almeno accettabile e simile a quella di altre sue amiche e conoscenti, meno sfortunate e meno turbate. Espressione tipica della donna-massa dei nostri tempi, Jessica è orgogliosa della sua ignoranza; disprezza, in buona sostanza, pur non dicendolo, quelli che trascorrono la loro vita sui libri. Sostiene che non esiste una Cultura con C maiuscola, come patrimonio concreto e collettivo, ma tante culture, quante sono le esperienze, anche solo individuali, maturate dagli esseri umani sul pianeta; ritiene di essere normale nella sua accanita omofobia che, in lei, è soprattutto odio contro il piacere.