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Paese colpevolmente trascurato, se non ignorato, dalla cultura italiana, la Corea possiede uno dei più vasti patrimoni di letteratura orale di tutto l'Estremo Oriente. Le influenze di filosofie come il buddhismo e il confucianesimo, originariamente estranee alla cultura tradizionale, lungi dall'aver sepolto o appiattito la vivacità intrinseca del carattere originario coreano ne hanno invece potenziato la fantasia e gli strumenti della narrativa. In queste fiabe, la maggior parte delle quali mai tradotte al mondo, emergono alcuni elementi fondamentali: l'inviolabilità del rispetto tra padri e figli (e figli e padri); la considerazione degli animali, molti dei quali rientrano nel mito; il sostrato sciamanista del paese, al quale si rifanno tante storie di geni, spiriti, fantasmi; l'ideale dell'Amore, pur considerato dalla società, rigidamente strutturata in classi, un sentimento marginale; il sogno della metamorfosi, concepita come legge del contrappasso, e, soprattutto, la capacità di accettare un'endemica, sempre presente povertà, ma anche di impegnarsi per reagirvi. In questa nuova edizione l'introduzione è stata ampliata e sono stati aggiunti, oltre ad altre fiabe, anche un apparato informativo per il lettore e nuovi e più recenti riferimenti bibliografici.