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La narratività costituisce certamente uno dei concetti chiave della riflessione semiotica. Resa centrale da A.J. Greimas negli anni Settanta, essa è diventata non solo la dimensione fondamentale per capire la logica delle azioni, ma anche un più ampio paradigma antropologico: la forma attraverso cui il senso tout court si dà a noi. Mentre, però, la teoria narrativa si è consolidata negli anni Ottanta in una forma standard, nuovi oggetti di analisi (visivi, interattivi, multimediali) sono emersi, andando a complessificare il canone su cui i primi e fondamentali studi narratologici si erano concentrati. È proprio da qui che questo volume prende avvio, da questo spazio di potenziale frizione o revisione, tra una teoria narrativa consolidata, di marca soprattutto greimasiana, e un universo narrativo sempre più diversificato al suo interno, che forse pone problemi nuovi e sollecita l'approfondimento di alcune categorie, anche in ragione di una sempre maggiore appropriazione della teoria semiotica della narratività da parte di altre discipline (scienze cognitive, sociologia, antropologia ecc.). Come può essere ripensata, dunque, alla luce di queste evoluzioni la teoria narrativa tradizionale? Quali sono le categorie che continuano a restare centrali e quali, invece, sono quelle rivedibili? In che modo è possibile parlare di livello narrativo nei testi visivi o in uno spazio urbano? E cosa ne è della logica narrativa nei nuovi media?