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Secondo un ampio arco cronologico, dal Trecento all'inizio del Novecento, si susseguono in questo volume scritti di Wanda Bergamini, scelti fra i suoi interventi più significativi. Vi figurano saggi sulla pittura bolognese del XIV secolo, su Pellegrino Tibaldi, su Nicolò dell'Abate, su Mauro Tesi: quanto all'architettura, in più occasioni, con sempre nuovi apporti sono seguite le vicende del teatro Comunale di Bologna. Lo sguardo curioso della storica dell'arte si volge pure ad altri ambiti, come accade nell'intervento sul territorio comacchiese tra Otto e Novecento o in quello dedicato alla poetessa Maria Maiocchi Plattis. Dalle pagine emerge lo spessore culturale della studiosa, l'acutezza del suo occhio, l'amore per la ricerca. Costante è l'eleganza della scrittura, sempre calzante con le opere prese in esame. Wanda Bergamini nasce nel 1925 a Bologna, città dove trascorre tutta la sua vita di studiosa e di docente. Dopo la laurea in Lettere moderne, con una tesi affidatale da Roberto Longhi, frequenta assiduamente l'Istituto di Storia dell'arte dell'Università come assistente volontaria, dedicandosi contemporaneamente all'insegnamento, prima nell'Istituto d'Arte, poi presso il Liceo classico Galvani. La morte la coglie ancora operosa nel 2006.