Tab Article
Apologo attualissimo sulle arroganze di un potere che va devastando la nostra società, con "Donne che avesse amato" l'autore, ancora una volta si avvale di un personaggio parossisticamente emblematico, per raccontarci con graffiante sarcasmo le patologie che affliggono la nostra classe dirigente: imbelle nell'averci contaminato un po' tutti. Il linguaggio chirurgico dell'autore analizza impietosamente il burocrate Todaro, in caccia delle sue vecchie fiamme, affetto da una agghiacciante sindrome maschilista e torbida misoginia. L'abnorme diario seduttivo coinvolge in quanto riferito a un "eroe" infimo. L'ilarità è carica del moralismo di Molière e del dramma di Shakespeare: dove le figure femminili, anche se di pari disfacimento morale, stravincono.