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Ancora sangue e tante vittime innocenti, soprattutto giovani e bambini. Dopo la strage di "Charlie Hebdo", il terrorismo sta cambiando nuovamente volto. Spara nel mucchio e colpisce a caso, esplodendo nei luoghi della convivenza pacifica e plurale: una sala concerti, lo stadio, ristoranti e bar, una strada in festa. Recluta giovanissimi per trasformarli in terroristi che inneggiano al Daesh. Sempre attuale il grido lanciato dagli insegnanti di Saint Denis dopo la prima delle stragi in terra francese: "Le vittime erano nostri fratelli, gli assassini sono nostri figli". Questa pubblicazione, per la prima volta, raccoglie e analizza le reazioni e le riflessioni degli esponenti della stampa europea. Un contributo utile per cercare di comprendere e andare oltre la paura per ricostruire i valori comuni e le fondamenta della fraternità europea.