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Raul Gardini era soprannominato "il Corsaro" per le sue scorribande in borsa che lo portarono dalla Ferruzzi alla conquista della Montedison e all'assalto della Enimont. Il 23 luglio 1993, poco prima dell'arresto richiesto dai magistrati di "Mani pulite", morì insanguinando la storia della "dynasty Ferruzzi", ossia delle due famiglie imparentate (i Gardini e i Ferruzzi) tra le più ricche e potenti d'Italia, al pari degli Agnelli. Gardini era un uomo libero e un po' "anarcoide", combattente e amante delle sfide. Proprio questa sua ambizione lo portò a scontrarsi con i poteri forti, politici e finanziari, dai quali fu sconfitto tragicamente. Questo libro ripercorre le vicende del "Corsaro" che non possono prescindere da quelle di Serafino Ferruzzi, né tanto meno dalla vicenda Montedison e dalla storia politica, finanziaria e industriale del nostro paese. Gardini con la sua storia è l'esempio lampante di quel capitalismo all'italiana in cui gli imprenditori sono padri-padroni, i banchieri vanno a braccetto coni politici e questi ultimi pensano soltanto ai propri interessi. A vent'anni dalla morte di Raul Gardini, il quadro non è migliorato, anzi peggiorato.