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"Se mangi l'uva aspra, ai tuoi discendenti faranno male i denti. Non è così che dice la Bibbia?" afferma Antonio, un copiatore d'opere pittoriche. Sono più o meno le nove di sera di una giornata novembrina. Seduto a tavolino, Antonio sta cercando di fare i conti con le cose accadute un paio di settimane prima. In un andirivieni tra Trieste e la cittadina dell'entroterra lagunare veneto in cui vive, ha incontrato la bella ed enigmatica Marlena, ed è incappato in un omicidio, ha fatto quel che ha fatto con un certo affresco di Giandomenico Tiepolo... ma soprattutto, gli si è piantata in testa la strana ossessione che ancora lo perseguita: crede di riconoscere in ciò che gli succede una replica di eventi già "andati in scena" un mucchio di tempo fa. Catturato nella magia di un vecchio memoriale, Antonio si muove in un labirinto di "radici" in cui la linea di demarcazione tra i vivi e i morti diviene sempre più labile. Il gorgo diviene vertiginoso quando la sua storia incontra un'altra storia e... se si continua a dargli retta, si fa mezzanotte.