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Balarm è il nome che gli arabi dettero a Palermo durante il loro dominio in Sicilia; oggi è una città splendida e impenetrabile, metafora di un sud in bilico tra il ricordo di un passato di sfarzi e l'ombra di un presente carico di contraddizioni. Ed è tra i vicoli pericolosi e accoglienti al tempo stesso di questa Palermo dei nostri giorni che Toni trascorre la sua infanzia. Della sua città Toni sente la voce: la voce di tutti e di nessuno, di immigrati clandestini, poeti e negozianti, disoccupati e ragazzi di strada. Sono i racconti dell' anziana zia Nina, i deliri dell'alcolizzato Sebastiano, i sogni dell'africano Claude, le utopie del Professore, che tenta di riscattare un quartiere disastrato dove si lotta per l'acqua corrente e l'assegnazione degli alloggi popolari. Mentre vivere si fa sempre più difficile e il Presidente e il Sindaco si contendono il governo della città, Toni cerca di cavarsela raccogliendo e rivendendo oggetti vecchi e portando con sé le storie di chi glieli regala, storie destinate a intrecciarsi tutte per un'ultima volta.