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Fin da giovanissimo, André Gide sogna di vedere l'Africa, che nei suoi desideri incarna la fuga dalle convenzioni e un altrove idealmente esotico, nuovo, diverso. È con questo spirito che nel 1925 s'imbarca con Marc Allégret per una missione ufficiale, incaricato dal ministro delle colonie di rendicontare, a fini propagandistici, la presunta opera civilizzatrice della Francia nelle regioni dell'Africa equatoriale. La necessità di raccontare le ingiustizie e i crimini cui suo malgrado assiste nel corso del viaggio prende però il sopravvento e Gide finisce per denunciare pubblicamente le pratiche violente e corrotte delle società commerciali. Anche se oggi i toni della sua critica suonano forse tiepidi e ancora intrisi di paternalismo e suggestioni esotizzanti, questo diario di viaggio fece scandalo all'epoca della pubblicazione e fu un tassello fondamentale per la messa in discussione di tutto il sistema governativo francese nelle colonie.