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"La ballata della regina senza testa" è un romanzo ispirato ad Ariosto e tratta di temi universali in maniera originale e anticonformista. Il racconto è una fiaba che ironizza sulla gerontocrazia in Italia, la piaga del precariato, l'inutilità degli intellettuali, la disfatta del mondo accademico, l'impossibilità di soddisfare i desideri pienamente, la paura dell'uomo nei confronti delle donne emancipate e sessualmente libere. L'arte, il gioco, la follia, la seduzione e la trasgressione sono le forze salvifiche e positive da contrapporre alla crisi del presente. Non avere la testa diventa, paradossalmente, l'unico modo per liberarsi da pregiudizi e luoghi comuni per recuperare la libertà del pensiero, in un percorso in cui la scrittura diventa deterrente catartico e anarchico nei confronti dell'omologazione culturale.